curiosità stroriche padovane  1°

UN PADOVANO PRECURSORE DI DANTE

Quando in Italia verso il 1200 cominciò l'alba della lingua nazionale. che poi doveva nel 1300 rifulgere come splendido sole per opera del divino Alighieri. Padova aveva già un suo cittadino il quale primo fra i Veneti scrisse in lingua volgare abbandonando il classico latino ed anche il rozzo dialetto cittadino.

Era questo scrittore un certo lldebrando chiamato Brandino e anche Bandino. nominato da Dante nella sua opera latina intitolata De Vulgari eloquio (Della lingua volgare) nella quale il Sommo Poeta espone le sue teorie sulla lingua che poi divenne la nostra italiana.

Padova ove già esisteva una fiorente Università. possedeva anche una eletta schiera di cultori della lingua latina, lingua però che non era più alla portata di tutti e quindi fu meritoria questa ribellione del Bandino alla tirannia di una lingua che stava per morire.

Non si conosce a quale opera il Bandino affidasse la sua memoria ai posteri ma lo storico Scardeone poté rintracciare qualche brano di suoi scritti. che bastarono per  collocare il Brandino fra i più antichi scrittori italiani.

Il sacerdote Giovanni Brunacci che visse nel 1700 ed al quale Padova intitolò una via, storico padovano insigne, esaminò per le sue ricerche di storia locale più di cinquantamila pergamene notarili e trovò che dal 1200 al 1300 molti notai di Padova si chiamavano Bandino o Brandino quindi fra questa numerosa schiera si trovava anche il nostro scrittore.

Sembra però che il nostro fosse un Brandina figlio di Prando e ai lui il Brunacci riporta due poesie nella nuova lingua ancora informe. Risulta anche che a quei tempi molti notai si dedicavano alla letteratura, essendo la loro anche a quei tempi una professione privilegiata.

 

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Ignazio Sommer (Merzio)